top of page
ELVINGTON '66
Targhetta realizzata in alluminio, verniciata in blu cobalto, della Ditta di elaborazioni moto G. Ancillotti di Firenze e apposta sul paraurti posteriore della Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., la Lambretta dei records di Elvington in Inghilterra nei giorni del 15 e 16 Ottobre del 1966.
In primo piano la Lambretta Ancillotti Special 250 c.c. elaborata dalla Ditta Ancillotti di Firenze, sul cavalletto poco prima della gara di velocità sul circuito di Elvington in Inghilterra organizzata dalla National Sprint Association il 15 e 16 Ottobre del 1966. Ancillotti per l’evento fu sponsorizzato dalla Nannucci Accessory Company of London. S’intravede sullo sfondo a sinistra Alberto Ancillotti, il pilota che da lì a poco avrebbe portato la Lambretta Ancillotti alla conquista di ben due record Mondiali mentre si sta infilando i guanti per la gara.
Marchio registrato utilizzato dalla società G. Ancillotti di Firenze per l’elaborazione della Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., la Lambretta dei due record del mondo sul Circuito di Elvington in Inghilterra nei giorni 15 e 16 Ottobre del 1966. I due Record sono ad oggi ancora imbattuti.
Alberto Ancillotti posa sorridente per i fotografi di Oltremanica nello York Shire, durante il week-end di Ottobre del 1966 sulla Lambretta Ancillotti Special 250 c.c. elaborata dalla Ditta G. Ancillotti di Firenze. Il pilota è in attesa della partenza sul Circuito di Elvington in Inghilterra nel Record Attempts organizzato dalla National Sprint Association.
Primo piano dell’inconfondibile marmitta trasformata dalla Ditta G. Ancillotti elaborazioni moto di Firenze. Diventerà dopo la conquista dei due record Mondiali sul Circuito di Elvington a York Shire un vero e proprio cult, ricercata da tutti i Lambrettisti del mondo soprattutto Italiani e Inglesi. Erano gli anni dei Mods e delle scorribande con gli scooter truccati. L’eco del successo fu tale che la marmitta sarà prodotta in serie dalla Società G. Ancillotti e F. poi dagli stabilimenti in Sambuca dell'Ancillotti Motorcycles S.r.l.. L’originale marmitta della Lambretta Ancillotti Special 250 c.c. era del colore naturale del metallo con tutte le saldature a vista. Quella dei record, uscita dalla fabbrica Innocenti S.p.a. e trasformata dalla G. Ancillotti elaborazioni di Firenze, riportava il codice alfanumerico SC21-IGM-2105 S.
La marmitta Ancillotti prodotta in serie dalla G. Ancillotti ed il carburatore erano venduti con la cassetta Elaborazione Ancillotti Special. La marmitta fù prodotta dopo i successi in Inghilterra con i due record del Mondo sul Circuito di Elvington nel 1966, ottenuti da Alberto Ancillotti sulla Lambretta Ancillotti Special 250 c.c.. La marmitta era venduta anche separatamente dalla cassetta Elaborazione Ancillotti Special.
Giornale originale dell’epoca in lingua inglese del Dicembre 1966 che testimonia le impressionanti imprese delle giornate del 15 e 16 ottobre dove Alberto Ancillotti di Firenze, alla guida della Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., elaborata Ancillotti, fa registrare i due nuovi record sul Circuito di Elvington in Inghilterra. I due record del mondo sono tutt'ora imbattuti.
Il numero del telaio e la sigla che indica il modello e la cilindrata di origine della famosa Lambretta dei record di Elvington del 15 e 16 ottobre 1966. La Lambretta Ancillotti 250 c.c. elaborata dalla Ditta G. Ancillotti di Firenze è considerata dai Lambrettisti di tutto il mondo, il Santo Graal delle Lambrette.
Vista laterale destra, come mamma Innocenti l’ha fatta, dell’originale e unico telaio della Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., la Lambretta dei record di Elvington del 1966. Da notare la caratteristica colorazione del telaio con il classico giallo Ancillotti, il telaio ribassato, i particolari paraurti anteriore e posteriore e il supporto anteriore in metallo sagomato per affrancare e sostenere la carena frangivento in vetroresina.
Vista laterale sinistra, come mamma Innocenti l’ha fatta, dell’originale e unico telaio della Lambretta dei record di Elvington del 1966, la Lambretta Ancillotti Special 250 c.c. elaborata dalla Ditta G. Ancillotti di Firenze. Da notare la caratteristica colorazione del telaio del classico giallo Ancillotti, il telaio ribassato, i particolari paraurti anteriore e posteriore e il supporto anteriore in metallo sagomato per affrancare e sostenere la carena frangivento in vetroresina e plexiglass.
Carena in vetroresina e alluminio rivettato, priva del cupolino frangivento in plexiglass, della Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., la Lambretta dei record di Elvington del 1966 elaborata dalla Ditta Fiorentina G. Ancillotti. Da notare su ambo i lati, il marchio "Preparazione Ancillotti Firenze" di colore nero lucido.
Vista anteriore esterna e interna della carena aerodinamica della Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., la Lambretta dei record di Elvington del 1966 elaborata dalla Ditta G. Ancillotti di Firenze. Da notare sul frontale della carena il numero "1" su base tonda in alluminio verniciato di colore verde lucido. il numero venne sostituito all’originale lettera "T" usata sia per il record sul Circuito Italiano di Monza del 1965 che per i due record sul Circuito Inglese di Elvington del 1966. Nella parte interna della carena, da notare l’uso dei diversi materiali: vetroresina e alluminio e i rivetti usati per assembrarla, i due buchi: quello ovale per la leva del freno e quello superiore più tondo per il passaggio della forca.
Cupolino frangivento originale in plexiglass rigato dai segni del tempo e parzialmente danneggiato della Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966. Era posto al di sopra della carena per aumentare l’aerodinamicità del mezzo. Il cupolino era stato molto probabilmente recuperato da una vecchia carena di una moto da corsa degli anni '50-'60. La famosa arte dell’arrangiarsi!
Il manubrio della Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966 è quello di una Lambretta Innocenti di serie modello LI 125 prima serie. Da notare la verniciatura dello stesso colore del telaio, il classico giallo Ancillotti e l’assenza del contachilometri all’interno del manubrio. Era stato tolto allo scopo di alleggerire il mezzo anche se di poche decine di grammi, sostituito allo scopo con un coperchio di alluminio verniciato di colore nero opaco.
L’originale contagiri per competizione della marca storica Veglia Borletti S.p.a. posta appena di sotto il manubrio e fissato con una staffa direttamente sul telaio della Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966. Era uno strumento indispensabile nelle gare di sprint per controllare i giri massimi del motore durante i cambi di marcia.
L’originale stagna in plastica dura bianca che sostituiva il più pesante serbatoio in metallo della benzina. Una soluzione adottata dalla Ditta G. Ancillotti per alleggerire la Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966. Nella parte anteriore della stagna il tubicino in rame che serviva per raccordare il tubo di plastica che portava la benzina dalla stagna al carburatore. La stagna conteneva poco meno di un litro di carburante, quanto bastava per percorrere a tutto gas almeno un chilometro di pista, con una notevole riduzione di peso rispetto all’originale serbatoio di serie della Lambretta Innocenti.
L’originale sella della Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966, sagomata per una posizione ergonomica e aereodinamica da sprinter, foderata in pelle di colore marrone chiaro e cucita a macchina con filo di colore nero, con bordo di pelle di colore nero. Era stata realizzata dagli Ancillotti usando una lastra sottile di ferro dello spessore di circa 1 millimetro piegata a 65° con angolo a smusso e imbottita con gommapiuma.
Codino posteriore aerodinamico in lamiera di alluminio, dello spessore di un millimetro per ridurne il peso, sagomato e lattonato a mano per essere adattato alla sella della Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966. Era verniciato del classico colore giallo Ancillotti. L’adesivo della Scuderia Ancillotti Elaborazioni fù apposto dopo il record ottenuto sul Circuito di Monza nel 1965, appena un anno prima, come ad affermare la propria supremazia nel campo delle elaborazioni sportive degli scooter.
Parafango anteriore costruito in lamiera di alluminio leggero dello spessore di un millimetro dalla Ditta G. Ancillotti elaborazioni moto di Firenze per la Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966 e verniciato del classico colore giallo Ancillotti. Era fissato al tubolare con delle staffe di ferro. Da notare l’estrema essenzialità della forma ridotta del parafango anteriore rispetto a quello della Lambretta Innocenti di serie e l'elaborazione della forcella modificata e dotata di due ammortizzatori di sterzo telescopici.
Parafango posteriore di lamiera in alluminio leggero dello spessore di un millimetro, costruito dalla Ditta G. Ancillotti per la Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966. Sopra il parafango è stata avvitata la targhetta in alluminio della Ditta G. Ancillotti elaborazioni moto. Il parafango posteriore ed il telaio, come tutte le parti della carrozzeria preparate da Ancillotti, erano verniciate del classico colore giallo Ancillotti.
Le due pedane in lamiera di alluminio leggero dello spessore di un millimetro, costruite dalla G. Ancillotti elaborazioni moto di Firenze. Da notare i pezzi ritagliati di gomma rigata nera dello spessore di 2/3 millimetri incollate sopra le due pedane, per non fare scivolare lo stivaletto del driver. Anche le due pedane furono ridotte ai minimi termini per alleggerire ulteriormente il peso della Lambretta dei record. Le due pedane in alluminio erano verniciate di colore bianco lucido.
Coppettina originale paraolio in lamiera di alluminio sagomata e battuta a mano dello spessore di un millimetro, per essere più leggero, con una staffa in alluminio rivettata verniciata del classico colore giallo Ancillotti. Serviva per riparare il pilota dagli schizzi dell'olio.
Paracalore originale in lamiera di alluminio della Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966, sagomato e lattonato a mano a forma di pinna per renderlo più aerodinamico, dello spessore di un millimetro per alleggerirlo e verniciato del classico colore giallo Ancillotti.
Carter originale in ferro della Lambretta Ancillotti dei record di Elvington del 1966 elaborata dalla Ditta Ancillotti. La verniciatura è del classico colore giallo Ancillotti. Notare i buchi sul bordo del carter fatti per alleggerirne il peso.
Tamburo del freno della ruota posteriore originale della Lambretta 250 c.c. elaborata dalla Ditta G. Ancillotti per il tentativo di record sul Circuito di Elvington del 1966. Questo è l’unico pezzo di serie prodotto dall’Innocenti non elaborato. La verniciatura è del classico colore giallo Ancillotti.
Motore della Lambretta dei record di Elvington del 1966 elaborato dalla Ditta G. Ancillotti elaborazioni di Firenze, portato alla cilindrata massima di 250 c.c. L’elaborazione della G. Ancillotti consisteva nel trasformare e ricostruire manualmente la componentistica del motore al fine di portare all’estremo delle performance ogni suo elemento. Va ricordato che il motore della Lambretta dei record ha come base il motore della Lambretta Innocenti LI 125 prima serie. Di seguito alcuni dati tecnici del motore della Lambretta Ancillotti Special presi dalla Rivista Motociclismo del 1966: cilindrata 250 c.c., alesaggio 66,4, corsa 58, diagramma di distribuzione modificato, testa a turbolenza con pianta a goccia, rapporto di compressione 10,5,carburatore Dellorto SS 35 B, potenza dichiarata 28 cv a 8000 rpm, alimentazione a benzina super con olio al 6%,volani elaborati e lucidati, scarico con diametro maggiorato, marmitta ad espansione elaborata, rapporti di trasmissione della Lambretta 175 TV, forcella modificata e dotata di due ammortizzatori di sterzo telescopici.
Immagine del codice alfanumerico riportato sulla marmitta uscita dall’Innocenti ed elaborata dalla Ditta G. Ancillotti di Firenze per la Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., la famosa Lambretta dei record Inglesi di Elvington del 1966. La marmitta è uscita dalla Casa madre Innocenti S.p.a. con il codice "INNOCENTI - SC 21 - IGM - 2105 S".
La famosa marmitta a espansione costruita nel 1966 per la Lambretta Ancillotti Special 250 c.c., elaborata sulla base della marmitta Innocenti di serie dalla Ditta G. Ancillotti elaborazioni moto di Firenze. Le modifiche apportate dalla G. Ancillotti consistevano nella riduzione della pancia, nella variazione della traiettoria delle curve d’ingresso al collettore, nel ridimensionamento dello spessore e del diametro dei tubi di raccordo e nella variazione del tubo di scarico con diametro maggiorato. Le modifiche permettevano il massimo rendimento del complesso di scarico per una migliore performance.
A sinistra l'immagine dell’originale attestato rilasciato al National Sprint Association’s Official World’s Record meeting, per i due record conquistati dal Fiorentino Alberto Ancillotti sulla Lambretta Ancillotti Special 250 c.c.. Era il week-end del 15 e 16 Ottobre del 1966 quando lo scooter elaborato dagli Ancillotti entrò nella storia. Due sono i record del Mondo tutt’oggi rimasti imbattuti, sul quarto di miglio lanciato dove il cronometro registrò la velocità di 60 miglia orarie e sul chilometro con partenza da fermo dove raggiunse la velocità di 106 miglia orarie. A destra un’immagine dello scudetto del World’s Fastest Scooter vinto da Alberto Ancillotti, pilota ufficiale della Scuderia Ancillotti, in quel week-end sul circuito di Elvington nello York shire.
bottom of page